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L'Unione europea non è il Santo Graal. Come tutte le creazioni umane ha pregi e difetti: gli inglesi, che hanno scelto di uscirne, stanno dimostrando quanto sia difficile e costoso rinunciare ai benefici che questa appartenenza comporta. Nonostante ciò, molti cittadini europei la criticano, a volte a giusto titolo a volte meno, senza tuttavia avere la percezione dei vantaggi che essa assicura. Prova ne è l'ondata di malcontento antieuropeista che sta montando in molti Paesi dell'Ue. Partiti nazionalisti, sovranisti, a volte apertamente razzisti e xenofobi, non fanno più paura e, stando ai sondaggi, attirano un elettore su tre. La loro base è alimentata dalla rabbia e dalla sfiducia crescente verso i partiti tradizionali, ritenuti incapaci di rispondere alle richieste di cambiamento. Queste rivolte contro il vecchio ordine politico, contro un mondo globalizzato e senza confini dal quale si sentono esclusi, portano alla rivendicazione di un ritorno a sovranità nazionali chiuse nonché al rifiuto di una governance di Bruxelles. Così, l'Ue è percepita come una matrigna che avanza pretese senza dare nulla in cambio. La realtà però è ben diversa. Pochi politici hanno il coraggio di dirlo e i media tendono a inseguire il rumorio delle pulsioni eversive che fioriscono sui social invece di raccontare ciò che funziona o come funziona. Questo libro analizza i grandi temi del dibattito sull'Europa (l'identità nazionale, la sovranità, la questione demografico-migratoria e la crisi economica) e cerca, appoggiandosi anche sulla storia, di rispondere alle accuse che a essa vengono mosse da ogni parte. Pur avendo ben chiari i limiti dell'Unione europea, Thierry Vissol ci racconta che cosa può offrirci questa così bistrattata «matrigna», invitandoci a considerarla non tanto un problema ma come l'unico modo per preservare veramente la nostra identità e sovranità. Una grande opportunità, che necessita di lungimiranza, impegno e immaginazione.